sábado, 14 de diciembre de 2019

(Intervista/Entrevista) Torino Magazine

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Il lavoro ti ha portato a Torino. Senti una buona intesa con questa città? 

«Ottima. Non è solo una città efficiente, è molto affascinante».

 Cosa rende affascinante una città? «La sua atmosfera e la filosofia che la guida. Torino è una città a ‘dimensione uomo’, quello spazio perfetto che rende possibile il lavoro e la quotidianità».


 El trabajo te trajo a Turín. ¿Sientes un buen entendimiento con esta ciudad?

"Excelente. No es solo una ciudad eficiente, es muy fascinante ».

¿Qué hace que una ciudad sea fascinante?

«Su ambiente y la filosofía que lo guía. Turín es una ciudad con una "dimensión humana", ese espacio perfecto que hace posible el trabajo y la vida cotidiana ».

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Dunque, affascinante perché funzionale?
«Non solo. Affascinante per quell’atmosfera che domina le grandi piazze e i piccoli vicoli. Per la grande sensibilità culturale: qui sono nati grandi progetti e molti sono stati accolti. Per la serietà e la riservatezza che la caratterizzano. Non mi sembrano cose da poco…».

Come può conoscere a fondo una città un attore che è costretto a vivere la sua giornata sul set?
«Scherzi? È un osservatorio fantastico. Per esempio ‘Giustizia per tutti’ è stata girata in luoghi di Torino diametralmente opposti tra loro. Da quelli più frequentati agli angoli più nascosti della città. Ed è stato bellissimo scoprire quei posti». Ascolto Raoul parlare e, nel frattempo, mi guardo attorno: attrezzisti, operatori, comparse, attori, fan, fotografi e un regista in apprensione per il prossimo ciak.


¿Tan fascinante porque es funcional?

«No solo eso. Fascinante para esa atmósfera que domina los cuadrados grandes y los callejones pequeños. Por la gran sensibilidad cultural: aquí nacieron grandes proyectos y muchos fueron bienvenidos. Por la seriedad y confidencialidad que lo caracteriza. No me parecen pequeñas cosas ... ».

¿Cómo puede un actor saber en profundidad sobre una ciudad que se ve obligada a vivir su día a día en el set?

"En serio? Es un observatorio fantástico. Por ejemplo, "Giustizia per tutti" se filmó en lugares de Turín diametralmente opuestos entre sí. Desde los rincones más populares hasta los más escondidos de la ciudad. Y fue genial descubrir esos lugares ». Escucho hablar a Raoul y, mientras tanto, miro a mi alrededor: fabricantes de herramientas, operadores, extras, actores, fanáticos, fotógrafos y un director preocupados por la próxima toma.

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Come fai a vedere la città oltre il caos del set?
«Per fortuna c’è il rapporto con la gente, proprio quella che incontri nei luoghi dove finisci per girare. Sai, in teatro è l’applauso il tuo legame con il pubblico. Il set, invece, è un incontro diretto. Senti il calore della gente che ti parla, lo sguardo delle persone quando ti riconoscono. È un’accoglienza che gratifica e compensa in un attimo di ogni fatica. È in quei momenti che ‘scopri’ il carattere della città».

Ma un set, a volte, può diventare un intralcio per la vita quotidiana di un quartiere…
«È vero. Spesso, infatti, ci capita di ricevere lamentele; a Roma, per esempio, città molto grande e trafficata dove un set può complicare ulteriormente la vita. Lo spirito dei romani, però, attenua le rimostranze con simpatia e spesso liquida il disagio con una battuta simpatica: “Andate a lavorà…”».
E i torinesi sono stati pazienti?
«Può sembrare piaggeria affermarlo ora, durante un’intervista per una rivista di Torino, ma è stato proprio così. Abbiamo incontrato una disponibilità che ci ha fatto sentire accolti, e questo non può che semplificare il lavoro di un set».

¿Cómo ves la ciudad más allá del caos del set?

"Afortunadamente, hay una relación con la gente, justo con la que te encuentras en los lugares donde terminas grabando". Ya sabes, los aplausos en el teatro son tu vínculo con el público. El conjunto, en cambio, es un encuentro directo. Siente la calidez de las personas que te hablan, el aspecto de las personas cuando te reconocen. Es una bienvenida que gratifica y compensa todos los esfuerzos. Es en esos momentos que "descubrió" el carácter de la ciudad ".


Pero un conjunto a veces puede convertirse en un obstáculo para la vida cotidiana de un barrio ...

«Es verdad. De hecho, a menudo recibimos quejas; en Roma, por ejemplo, una ciudad muy grande y concurrida donde un conjunto puede complicar aún más la vida. El espíritu de los romanos, sin embargo, atenúa las quejas con simpatía y a menudo descarta la incomodidad con un buen chiste: "Ve a trabajar ..." ».

¿Y fueron los turineses pacientes ?

"Puede sonar atractivo decirlo ahora, durante una entrevista para una revista en Turín, pero fue así. Encontramos una disponibilidad que nos hizo sentir bienvenidos, y esto solo puede simplificar el trabajo de un conjunto ».


l tema di cui si occupa questa fiction invita a una profonda riflessione…
«Assolutamente. Roberto, il protagonista, è un fotografo stimato che viene accusato ingiustamente dell’assassinio di sua moglie Beatrice, avvocato in un importante studio legale di Torino. Trascorrerà dieci anni della sua vita in carcere e, una volta libero, dovrà ricostruire la sua vita, a partire dal rapporto con la figlia Giulia».

Cosa ti ha legato a questo personaggio?
«Il senso di disperazione e quello di determinazione. Roberto passa gli anni della detenzione studiando per laurearsi in giurisprudenza e seguire in prima persona la sua difesa. Un percorso difficile, molto doloroso».

Il ruolo che stai interpretando ti ha portato a entrare in un carcere, la Casa Circondariale Lorusso e Cotugno, e a recitarvi. È banale chiederti che esperienza è stata?
«Non è una domanda banale, perché la ritengo un’esperienza necessaria nella vita di una persona. Bisogna entrare in un carcere per capire fino in fondo cosa prova un uomo quando sente un portone chiudersi alle sue spalle».

El tema de esta ficción invita a una profunda reflexión ...

"Absolutamente. Roberto, el protagonista, es un respetado fotógrafo acusado injustamente del asesinato de su esposa Beatrice, abogada de un importante bufete de abogados en Turín. Pasará diez años de su vida en prisión y, una vez libre, tendrá que reconstruir su vida, a partir de su relación con su hija Giulia ».

¿Qué te unió a este personaje?

«La sensación de desesperación y la de determinación. Roberto pasa los años de detención estudiando para graduarse en derecho y seguir personalmente su defensa. Un viaje difícil y muy doloroso ».

El papel que estás jugando te ha llevado a entrar en una prisión, el Tribunal de Distrito de Lorusso y Cotugno, y a recitarte. ¿Es trivial preguntarte qué experiencia fue?

"No es una pregunta trivial, porque considero que es una experiencia necesaria en la vida de una persona. Debemos entrar en una prisión para comprender completamente lo que siente un hombre cuando oye que una puerta se cierra detrás de él ».


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La privazione della libertà?

«Certo, ma non solo questo. Anche l’inadeguatezza che si prova nel ruolo di visitatore. Non sapere nulla delle persone che vivono dentro, della loro storia. Avere la certezza di non capire fino in fondo una realtà così problematica. È una situazione di disagio che può insegnarci molto». Durante la nostra chiacchierata Raoul scopre, nei minuti che precedono la scena da girare, che il piano lavorativo della giornata è stato modificato, così come parte della sceneggiatura. Resto basita. Non posso immaginare quale salto acrobatico debba fare un attore per adattare immediatamente il suo ruolo a una nuova versione della parte, e resto in attesa di una comprensibile, brusca reazione da parte sua. Niente di tutto questo. «Scusa un attimo», mi dice, mentre prende in mano i fogli che contengono la nuova versione della sceneggiatura e inizia a leggere. In silenzio, con pazienza, come chi sa che siamo sempre in parete, quando si lavora, arrampicati a una roccia su cui si scivola continuamente; ma l’obiettivo resta quello di raggiungere la cima e lo sforzo sta nel farlo senza protestare, con tenacia. L’ammirazione cresce. Con un sorriso, e il senso di responsabilità che non gli permetterebbe di interrompere la nostra intervista, torna da me e riprendiamo a parlare.

A proposito di luoghi difficili, hai finito di girare da poco ‘Regina del sud’, serie televisiva di NBC prodotta da Netflix e ambientata a Bogotà…
«Sì, è vero. Una coproduzione tra Telemundo Global Studios e Netflix, con Kate del Castillo nei panni di Teresa Mendoza. Un dramma seriale ambientato nel mondo del narcotraffico che ha ottenuto un grande successo».

Oggi la Colombia e Bogotà vivono sotto assedio. Avete avuto problemi durante il set?
«No, perché nel periodo in cui abbiamo girato la situazione non era quella attuale. Certo, non ti nego di aver provato, in alcuni momenti, un senso di paura. Il fatto di girare scortati ti dà l’immediata sensazione del pericolo e della labilità della vita».

Cosa pensi delle nuove piattaforme che si sono affacciate nel mondo della televisione? Uccideranno il cinema, secondo te?
«No, non credo che Sky, Netflix, Amazon e tutte le nuove piattaforme rappresentino un vero pericolo per il cinema, che non morirà mai. Si tratta solo di adeguare i buoni contenuti e i talenti alle nuove esigenze del mercato. Del resto, tanti altri grandi player come Apple, Disney+ e Warner avranno la loro piattaforma, ma questo darà forza al cinema, non debolezza».

¿Privación de libertad?

«Por supuesto, pero no solo esto. Incluso la insuficiencia que uno experimenta como visitante. Sin saber nada sobre las personas que viven dentro, su historia. Asegúrese de  comprender completamente una realidad tan problemática. Es una situación de inquietud que nos puede enseñar mucho ". Durante nuestra conversación, Raoul descubre, en los minutos previos a la escena a filmar, que el plan de trabajo del día ha cambiado, así como parte del guión. Descansa aturdido. No puedo imaginar el salto acrobático que debe hacer un actor para adaptar inmediatamente su papel a una nueva versión de la parte, y espero una reacción abrupta y comprensible de su parte. Nada de esto "Disculpe por un momento", dice, mientras recoge las hojas que contienen la nueva versión del guión y comienza a leer. En silencio, con paciencia, como alguien que sabe que siempre estamos en la pared, cuando trabajamos, subiendo una roca sobre la cual nos deslizamos continuamente; pero el objetivo sigue siendo llegar a la cima y el esfuerzo es hacerlo sin protestar, con tenacidad. La admiración crece. Con una sonrisa y el sentido de responsabilidad que no le permitiría interrumpir nuestra entrevista, vuelve a mí y comienza a hablar de nuevo.

Hablando de lugares difíciles, acabas de terminar de rodar 'La Reina del Sur 2', una serie de televisión de la NBC producida por Netflix y ambientada en Bogotà ...

"Sí, es verdad. Una coproducción entre Telemundo Global Studios y Netflix, con Kate del Castillo como Teresa Mendoza. Un drama  ambientado en el mundo del narcotráfico que ha logrado un gran éxito ".

Hoy Colombia y Bogotá viven bajo asedio. ¿Tuviste algún problema durante el set?

«No, porque en el período en el que filmamos la situación no era la actual. Por supuesto, no niego que haya experimentado, a veces, una sensación de miedo. El hecho de caminar acompañado te da la sensación inmediata de peligro y la labilidad de la vida ».

¿Qué opinas de las nuevas plataformas que han aparecido en el mundo de la televisión? ¿Matarán el cine, en tu opinión?

«No, no creo que Sky, Netflix, Amazon y todas las nuevas plataformas representen un peligro real para el cine, que nunca morirá. Solo se trata de adaptar buenos contenidos y talentos a las nuevas necesidades del mercado. Además, muchos otros grandes  como Apple, Disney + y Warner tendrán su plataforma, pero esto le dará fuerza al cine, no debilidad ».


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 Come potranno davvero convivere?
«Io sono convinto che siano un viatico per avvicinare ancora di più i giovani al cinema. Pensa a tutti i film di grande livello, come ‘The Laundromat’ di Soderbergh, ‘Marriage Story’ di Baumbach e ‘The King’ di Michod, prodotti da Netflix, che sono approdati a un festival internazionale come Venezia. Questo può solo accendere la curiosità dei ragazzi e allontanare il rischio che il cinema diventi un circolo ristretto per cinefili». Marco, fedelissimo assistente di Raoul oltre che amico storico, interrompe l’intervista per rapirlo e condurlo verso il set, dove dovrà girare la scena successiva. Affascinante vedere la duttilità con cui Raoul affronta la sua arena: indossa il giaccone di scena, passa velocemente tra i fan agitati a cui concede selfie, raggiunge il regista che batte il tempo. Parte il ciak, che prevede un dialogo attraverso il lungo corridoio dell’ateneo. La scena verrà interrotta decine di volte. Per un rumore, un’intrusione, un contrattempo esterno che da spettatrice non riesco neppure a percepire. Raoul, paziente, riprende ogni volta con la disciplina di un atleta e la serietà di un professionista. Lo stop interrompe le riprese e lui, cortese, torna per riprendere il nostro colloquio. La prima domanda che mi viene in mente rispecchia una curiosità

Cosa ti può fare paura?
«Non dominare il caos di un momento concitato come questo, per esempio». Sorride, con la complicità di chi ha saputo eludere una domanda complessa e inopportuna in quel frangente.

Tra le produzioni che ti riguardano c’è la fiction ‘Made in Italy’, prodotta da Canale 5 e Amazon Prime Video…
«Si tratta di una serie composta da otto episodi, ambientata nel mondo della moda a Milano tra gli anni ’70 e ’80, quando la moda esplodeva nel nostro Paese per conquistare tutto il mondo. Fu una vera e propria rivoluzione, culturale e industriale».

Che ruolo interpreti?
«Giorgio Armani, figura a cui sono molto legato e che ha rappresentato un cardine importante nel mondo della moda italiana. A fare da sfondo, uno spaccato della situazione sociale dell’epoca, con i suoi cambiamenti, le sue rivoluzioni e le sue contraddizioni».

 ¿Cómo pueden realmente vivir juntos?

«Estoy convencido de que son un viático para acercar a los jóvenes al cine. Piense en todas las grandes películas, como "The Laundromat" de Soderbergh, "Marriage Story" de Baumbach y "The King" de Michod, producidas por Netflix, que han llegado a un festival internacional como Venecia. Esto solo puede encender la curiosidad de los niños y eliminar el riesgo de que el cine se convierta en un círculo restringido para cinéfilos ». Marco, el asistente más fiel de Raoul, así como su amigo histórico, interrumpe la entrevista para secuestrarlo y llevarlo al set, donde filmará la próxima escena. Es fascinante ver la flexibilidad con la que Raoul se enfrenta a su arena: usa una chaqueta de escenario, pasa rápidamente a través de los fanáticos agitados a los que les otorga selfies, llega al director que supera el momento. Comienza la claqueta, que proporciona un diálogo a través del largo corredor de la universidad. La escena será interrumpida docenas de veces. Por un ruido, una intrusión, un revés externo que como espectador ni siquiera puedo percibir. Raoul, paciente, retoma cada vez la disciplina de un atleta y la seriedad de un profesional. La parada interrumpe el rodaje y él, cortés, regresa para reanudar nuestra entrevista. La primera pregunta que viene a la mente refleja una curiosidad.

¿Qué puedes temer?

"No dominar el caos de un momento agitado como este, por ejemplo". Él sonríe, con la complicidad de alguien que ha logrado evadir una pregunta compleja e inapropiada en ese momento.

Entre las producciones que destacan está la ficción "Made in Italy", producida por Canale 5 y Amazon Prime Video ...

"Es una serie compuesta por ocho episodios, ambientada en el mundo de la moda en Milán entre los años 70 y 80, cuando la moda explotó en nuestro país para conquistar el mundo entero. Fue una verdadera revolución cultural e industrial ".

¿Qué papel interpretas?

«Giorgio Armani, una figura a la que estoy muy apegado y que representó una piedra angular importante en el mundo de la moda italiana. Como telón de fondo, una muestra representativa de la situación social de la época, con sus cambios, sus revoluciones y sus contradicciones ".

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Sarà un trionfo di costumi…
«Sì. Pensa che, per la prima volta, una serie TV italiana userà gli abiti originali dell’epoca, forniti da alcune tra le più grandi firme di quegli anni. Importanti case di moda come Valentino, Missoni, Krizia, Albini, Curiel e Fiorucci hanno aperto i loro archivi offrendo preziosi capi e accessori originali».

Dove avete girato e quando andrà in onda?
«La produzione, un progetto di TaoDue (Canale 5) in collaborazione con The Family, si è svolta l’ottobre scorso a Milano. Alcune scene sono state girate a New York e in Marocco. Andrà in onda su Amazon, successivamente su Canale 5».

Grande cast?
«Beh, direi di sì: Greta Ferro, protagonista e modella al suo debutto, Margherita Buy, Marco Bocci, Fiammetta Cicogna, Stefania Rocca, Claudia Pandolfi e tanti altri».
Il tempo stringe, il set preme e sento che i minuti a mia disposizione si stanno esaurendo. Raoul mi saluta con la stessa gentilezza con cui mi ha accolta. Uscendo da Palazzo Nuovo mi accorgo del numero di fotografi di scena che presidiano il set, pronti a catturare il suo sguardo nel profondo. Lui, che non lesina un solo selfie ai fan, schiva quei potenti obiettivi indugiando con lo sguardo a terra. Per quel poco che ho potuto conoscere di Raoul, credo che abbia ragione. Lo sguardo è l’ultimo avamposto dell’anima, e quella va preservata.

Será un triunfo de las costumbres ...

"Sí. ¿Crees que, por primera vez, una serie de televisión italiana usará la ropa original de la época, suministrada por algunos de los nombres más importantes de esos años. Importantes casas de moda como Valentino, Missoni, Krizia, Albini, Curiel y Fiorucci han abierto sus archivos ofreciendo preciosas prendas y accesorios originales ».

¿Dónde se grabó y cuándo saldrá al aire?

"La producción, un proyecto de TaoDue (Canal 5) en colaboración con The Family, tuvo lugar el pasado octubre en Milán. Algunas escenas fueron filmadas en Nueva York y Marruecos. Se transmitirá en Amazon, luego en el Canal 5 ».

Gran elenco?

«Bueno, diría que sí: Greta Ferro, protagonista y modelo en su debut, Margherita Buy, Marco Bocci, Fiammetta Cicogna, Stefania Rocca, Claudia Pandolfi y muchos otros».

El tiempo se acaba, el set se presiona y siento que los minutos a mi disposición se están agotando. Raoul me saluda con la misma amabilidad con la que me recibió. Al salir de Palazzo Nuovo, noto la cantidad de fotógrafos de escenas que presiden el set, listos para capturar su mirada en el fondo. Él, que no ahorra un solo selfie a los fanáticos, esquiva esos poderosos objetivos al detenerse con los ojos en el suelo. Por lo poco que pude saber sobre Raoul, creo que tiene razón. La mirada es el último puesto avanzado del alma, y ​​eso debe ser preservado.