Raoul Bova, protagonista di Il nuotatore di Auschwitz, ispirato alla vera storia di Alfred Nakache, nuotatore francese detenuto nel campo di concentramento, è ospite della nuova puntata di Retroscena. In onda martedì 14 gennaio in seconda serata su TV2000.
La puntata si apre in compagnia di Raoul Bova che, con
fascino e garbo, ci rivela i suoi sentimenti di uomo e artista, in
occasione del suo ritorno sul palcoscenico dopo alcuni anni di assenza.
Si tratta del monologo Il nuotatore di Auschwitz, scritto e diretto da Luca De Bei
partendo dalla figura dell’attore che condivide con il protagonista le
stesse esperienze di nuotatore. La storia, è quella del nuotatore
francese Alfred Nakache e dello psicanalista austriaco Viktor Frankl,
entrambi detenuti nel campo di concentramento di Auschwitz. Il primo,
nonostante le privazioni, non smetterà mai di allenarsi e la sua
incrollabile determinazione gli permetterà di attraversare l’orrore del
lager. Il secondo, scriverà un libro sull’esperienza vissuta e su coloro
che, come Nakache, sono riusciti a superare quella prova terribile
guardando al futuro con fede e speranza. “Mi ha colpito la forza, di
Nakache. Quel coraggio di non smettere mai di lottare, di amare la vita
anche nei casi più estremi” ci racconta Bova.
Raoul Bova, protagonista de Il nuotatore di Auschwitz, inspirada en la historia real de Alfred Nakache, nadador francés encarcelado en el campo de concentración, es el invitado del nuevo episodio de Retroscena. En antena el martes 14 de enero a última hora de la tarde en TV2000.
El episodio se abre en compañía de Raoul Bova que, con encanto y gracia, revela sus sentimientos de hombre y de artista, con ocasión de su regreso a los escenarios tras algunos años de ausencia. Se trata del monólogo Il nuotatore di Auschwitz, escrito y dirigido por Luca De Bei a partir de la figura del actor que comparte con el protagonista las mismas experiencias como nadador. La historia es la del nadador francés Alfred Nakache y el psicoanalista austriaco Viktor Frankl, ambos prisioneros en el campo de concentración de Auschwitz. El primero, a pesar de sus privaciones, nunca dejará de entrenarse y su inquebrantable determinación le permitirá superar el horror del lager. El segundo, escribirá un libro sobre su experiencia y la de aquellos que, como Nakache, consiguieron superar aquel terrible calvario mirando al futuro con fe y esperanza. «Me impresionó la fuerza de Nakache. Ese coraje de no dejar nunca de luchar, de amar la vida incluso en los casos más extremos», nos cuenta Bova.