viernes, 18 de julio de 2025

📍📽️ RaiPlay rilancia un tormentato Raoul Bova: storia vera che ti spezza in due/RaiPlay relanza a un atormentado Raoul Bova: historia real que te parte en dos


C’è un film italiano che è passato in silenzio: si intitola La fiamma sul ghiaccio, è uscito nel 2005 ed è disponibile su RaiPlay. A riportarlo alla luce è una scelta coraggiosa. E profondamente umana.

Il protagonista è Raoul Bova, in uno dei ruoli più intensi e oscuri della sua carriera. Accanto a lui una Donatella Finocchiaro fragile, combattiva, cruda. La regia è di Umberto Marino, noto sceneggiatore e autore teatrale. Il film è tratto da una storia vera, letta su un articolo di cronaca. Due anime spezzate si incontrano in un luogo inatteso: un dipartimento di salute mentale a Roma. Lui ha la sindrome di Asperger. Lei è una senzatetto con diagnosi di schizofrenia.

Lui si chiama Fabrizio. È un professore di matematica che vive chiuso nelle sue ossessioni. Lei è Caterina. Un passato abusato, un presente senza casa. Il loro amore non è una favola. È una ferita aperta, ma anche bisogno, paura, speranza. È un legame che non salva, ma riconosce. La fiamma sul ghiaccio è un titolo perfetto. Lei è la fiamma. Lui è il ghiaccio. E quando hanno a che fare l'uno con l'altra, si consumano.

Il film è stato girato tra Torino (Politecnico) e la Valle di Comino, tra Casalvieri, Settefrati e il suggestivo Santuario di Canneto. Il cast include anche Max Giusti (Mario), Paolo Calabresi (fratello di Fabrizio), Simona Nasi (assistente sociale) e Francesca Vettori. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali lo ha riconosciuto come film d’interesse culturale nazionale. Ha partecipato al Moscow Film Festival e al Los Angeles Italia.

Eppure oggi quasi nessuno ne parla. Non è entrato nei programmi scolastici, non è citato nei documentari e non ha generato imitatori evidenti. Ma ha lasciato un segno. Perché racconta ciò che molti non vogliono vedere. La marginalità, il disagio psichico, l’incapacità di amare. Senza giudizi. Senza melodrammi. Con autenticità feroce.

Raoul Bova abbandona ogni patina. Fabrizio è rigido, goffo, devastato. Non cerca pietà. Cerca solo di esistere. E quando incontra Caterina, tutto cambia. Eppure nulla si aggiusta. Donatella Finocchiaro è semplicemente straordinaria. Gli occhi che bruciano, le mani che tremano. Una donna che chiede amore come si chiede acqua nel deserto.

La regia alterna realismo e visioni. Sogni febbrili. Dialoghi rotti. Luoghi ghiacciati, invernali. Ogni scena pesa. Ogni sguardo dice più delle parole. Non è un film facile. Non è per tutti. Ma se stai cercando una storia vera, che parli di umanità senza filtri, La fiamma sul ghiaccio è lì, su RaiPlay. Forse è arrivato il momento di rivederlo. O di scoprirlo per la prima volta. Non ti darà risposte. Ma ti lascerà domande necessarie. In un’estate piena di leggerezza, questo film è una scossa. E forse è proprio ciò che serve.

Hay una película italiana que ha pasado en silencio: se llama La fiamma sul ghiaccio (La llama sobre el hielo), se estrenó en 2005 y está disponible en RaiPlay. Sacarla de nuevo a la luz es una decisión valiente. Y profundamente humana.

El protagonista es Raoul Bova, en uno de los papeles más intensos y oscuros de su carrera. A su lado, una Donatella Finocchiaro frágil, combativa y cruda. La dirección corre a cargo de Umberto Marino, conocido guionista y autor teatral. La película se basa en una historia real, leída en un artículo periodístico. Dos almas rotas se encuentran en un lugar inesperado: un departamento de salud mental de Roma. Él tiene síndrome de Asperger. Ella es una vagabunda diagnosticada de esquizofrenia.

Él se llama Fabrizio. Él es un profesor de matemáticas que vive encerrado en sus obsesiones. Ella es Caterina. Un pasado maltratado, un presente sin hogar. Su amor no es un cuento de hadas. Es una herida abierta, pero también necesidad, miedo, esperanza. Es un vínculo que no salva, pero reconoce. Llama sobre hielo es un título perfecto. Ella es la llama. Él es el hielo. Y cuando se enfrentan, se consumen.

La película se rodó entre Turín (Politécnico) y el Valle del Comino, entre Casalvieri, Settefrati y el sugerente Santuario de Canneto. En el reparto figuran también Max Giusti (Mario), Paolo Calabresi (hermano de Fabrizio), Simona Nasi (asistente social) y Francesca Vettori. El Ministerio de Patrimonio y Actividades Culturales la reconoció como película de interés cultural nacional. Participó en el Festival de Cine de Moscú y en Los Ángeles Italia.

Sin embargo, hoy casi nadie habla de ella. No ha entrado en los programas escolares, no se menciona en los documentales y no ha generado imitadores evidentes. Pero ha dejado huella. Porque cuenta lo que muchos no quieren ver. La marginalidad, el malestar psíquico, la incapacidad de amar. Sin juicios. Sin melodrama. Con feroz autenticidad. 

Raoul Bova abandona toda pátina. Fabrizio es rígido, torpe, devastado. No busca compasión. Sólo busca existir. Y cuando conoce a Caterina, todo cambia. Y, sin embargo, nada se arregla. Donatella Finocchiaro es simplemente extraordinaria. Los ojos que queman, las manos que tiemblan. Una mujer que pide amor como se pide agua en el desierto.

La dirección alterna realismo y visiones. Sueños febriles. Diálogos rotos. Lugares helados e invernales. Cada escena pesa. Cada mirada dice más que las palabras. No es una película fácil. No es para todo el mundo. Pero si buscas una historia real que hable de la humanidad sin filtros, La llama sobre el hielo está ahí, en RaiPlay. Quizá sea el momento de volver a verla. O de descubrirla por primera vez. No le dará respuestas. Pero le dejará con las preguntas necesarias. En un verano lleno de frivolidad, esta película es una sacudida. Y puede que eso sea justo lo que necesitamos.

 

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