In scena sabato 29 con replica domenica 30 novembre (alle 16), racchiude un messaggio di forza e speranza, un inno alla vita che passa anche dal coraggio e dalla passione ostinata per uno sport
En cartelera el sábado 29 con repetición el domingo 30 de noviembre (a las 16:00), transmite un mensaje de fuerza y esperanza, un himno a la vida que también pasa por el coraje y la pasión obstinada por un deporte.
Due storie vere che pulsano di voglia di vivere, due personaggi che si
alternano come due facce della stessa medaglia, accomunate dalla forza
di volontà e resistenza. A portarli sul palco sarà un’icona del cinema
italiano, Raoul Bova, la voce narrante che unirà le storie di Alfred
Nakache, nuotatore francese di origine ebraica detenuto ad Auschwitz, e
di Viktor Frankl, psichiatra austriaco anche lui sopravvissuto al campo
di concentramento.
In scena sabato 29 con replica domenica 30
novembre (alle 16), «Il nuotatore di Auschwitz» racchiude un messaggio
di forza e speranza, un inno alla vita che passa anche dal coraggio e
dalla passione ostinata per uno sport, in questo caso il nuoto che fa
parte dell’esperienza di Bova, con un passato di atleta e nuotatore a
livello agonistico. È lui a muoversi in una scenografia composta da
linee di luci che ritraggono corsie di una piscina e binari ferroviari,
un allestimento di grande efficacia visiva per restituire attraverso
dettagli simbolici l’ambientazione, evitando ogni spettacolarizzazione.
Alfred Nakache, nuotatore di fama mondiale, trovò nella sua passione per
l’acqua una via per sopravvivere all’orrore: nonostante la prigionia e
le inaudite privazioni, non smise mai di allenarsi tuffandosi nell’acqua
gelida di un bacino idrico. Dopo la liberazione, tornò a gareggiare
raggiungendo un nuovo record alle Olimpiadi di Londra del 1948. Ma c’è
anche un’altra storia cui Bova darà voce sul palco, quella di Viktor
Frankl, medico e padre della logoterapia, autore del libro «Uno
psicologo nei lager» sull’esperienza vissuta e su coloro che, proprio
come Nakache, riuscirono a superare quella prova terribile. «Nella
messinscena di questa vicenda, cupa e luminosa assieme, ho costruito lo
spettacolo attorno alla figura carismatica di Raoul Bova», scrive nelle
note di regia Luca De Bei, che ha curato anche l’adattamento di questo
monologo toccante e di grande intensità emotiva. Prodotto da Il Parioli,
unica tappa in Toscana per lo spettacolo che arriva a Prato, «Il
nuotatore di Auschwitz» si arricchisce del disegno luci di Marco
Laudando, dei contributi video di Marco Renda e dei costumi di Francesca
Schiavon per restituire al pubblico due figure simbolo di coraggio,
capaci di trasmettere un potente messaggio di speranza: la vita è sì
attraversata dal dolore, ma cercare un senso a questa sofferenza,
guardando verso il futuro con uno scopo, è il modo per affrontare le
sfide più terribili e scoprire il senso stesso dell’esistenza. Infine,
le musiche originali di Francesco Bova (figlio d’arte) compongono un
tappeto sonoro ricco di suggestioni e rimandi, con l’intento di
coinvolgere ed emozionare ancora di più il pubblico. Un racconto di
straordinaria umanità che coniuga memoria, arte e speranza, per chiudere
il mese di novembre al Politeama.
Il costo del biglietto d’ingresso
varia da 25 a 35 euro, riduzione del 50 per cento per under 30, 10 per
cento per soci Coop e possessori della «Prato card» della rete
«Pratomusei». È possibile acquistare i biglietti anche attraverso i
circuiti Ticketone o Boxoffice oppure direttamente in biglietteria
aperta dal martedì al sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19,
il mercoledì dalle 10.30 alle 12.30 (chiusa nel pomeriggio). Prima dello
spettacolo serale, a partire dalle 20 possibilità di aperitivo con
buffet su prenotazione, scrivendo una mail a bar@politeamapratese.it oppure inviando un messaggio su WhatsApp al numero +393887897303. Informazioni: www.politeamapratese.it
Dos historias reales que rebosan ganas de vivir, dos personajes que se alternan como las dos caras de una misma moneda, unidos por su fuerza de voluntad y resistencia. Las llevará al escenario un icono del cine italiano, Raoul Bova, la voz narradora que unirá las historias de Alfred Nakache, nadador francés de origen judío detenido en Auschwitz, y de Viktor Frankl, psiquiatra austriaco que también sobrevivió al campo de concentración.En escena el sábado 29 y con una repetición el domingo 30 de noviembre (a las 16:00), «Il nuotatore di Auschwitz» (El nadador de Auschwitz) encierra un mensaje de fuerza y esperanza, un himno a la vida que también pasa por el coraje y la obstinada pasión por un deporte, en este caso la natación, que forma parte de la experiencia de Bova, con un pasado como atleta y nadador a nivel competitivo. Es él quien se mueve en una escenografía compuesta por líneas de luces que representan los carriles de una piscina y vías de tren, una puesta en escena de gran eficacia visual para recrear el escenario a través de detalles simbólicos, evitando cualquier espectacularización. Alfred Nakache, nadador de fama mundial, encontró en su pasión por el agua una forma de sobrevivir al horror: a pesar del cautiverio y las privaciones inauditas, nunca dejó de entrenar sumergiéndose en las gélidas aguas de un embalse. Tras su liberación, volvió a competir y alcanzó un nuevo récord en los Juegos Olímpicos de Londres de 1948. Pero hay otra historia a la que Bova dará voz en el escenario, la de Viktor Frankl, médico y padre de la logoterapia, autor del libro «Un psicólogo en los campos de concentración» sobre su experiencia y sobre aquellos que, al igual que Nakache, lograron superar esa terrible prueba. «En la puesta en escena de esta historia, sombría y luminosa a la vez, he construido el espectáculo en torno a la carismática figura de Raoul Bova», escribe en las notas de dirección Luca De Bei, que también se ha encargado de la adaptación de este monólogo conmovedor y de gran gran intensidad emocional. Producida por Il Parioli, única parada en la Toscana para el espectáculo que llega a Prato, «Il nuotatore di Auschwitz» se enriquece con el diseño de iluminación de Marco Laudando, las contribuciones de vídeo de Marco Renda y el vestuario de Francesca Schiavon para devolver al público dos figuras símbolo de coraje, capaces de transmitir un poderoso mensaje de esperanza: la vida está llena de dolor, pero buscar un sentido a este sufrimiento, mirando hacia el futuro con un propósito, es la forma de afrontar los retos más terribles y descubrir el sentido mismo de la existencia. Por último, la música original de Francesco Bova (hijo de artista) compone un tapiz sonoro rico en sugerencias y referencias, con la intención de involucrar y emocionar aún más al público. Una historia de extraordinaria humanidad que combina memoria, arte y esperanza, para cerrar el mes de noviembre en el Politeama.
