domingo, 18 de octubre de 2020

Raoul Bova, il primo romanzo: «Ho scritto per ricordare le cose belle»/"Escribí para recordar cosas hermosas"




«Il mondo del nuoto è stato un serbatoio fantastico di lezioni di vita. Alcune le ho capite allora. Altre sono diventate più chiare col tempo». Il tempo che oggi, a 49 anni, ha portato Raoul Bova in libreria con il suo primo romanzo «Le regole dell’acqua» (Rizzoli). «Mi chiedevano di farlo da quando avevo 25 anni, ma non volevo essere banale. Adesso, però, avevo un po’ di cose da raccontare», ha spiegato in una lunga intervista al Corriere della Sera. 

Un romanzo dedicato ai suoi quattro figli, Alessandro e Francesco, nati dal matrimonio con Chiara Giordano, e Luna e Alma, avute dalla compagna Rocío Muñoz Morales.

Un racconto sincero in cui Raoul Bova lascia uscire le sue emozioni insieme alle parole e ai ricordi. Quelli di quando aveva 13 anni e la notte non dormiva a causa degli incubi e la paura della morte, fino a quelli più recenti legati alla perdita a poco tempo di distanza l’uno dall’altro, di entrambi i suoi genitori.

«Queste cose, prima che succedano, non le puoi neanche immaginare. Non riesci a farti un’idea del dolore che proverai. Dopo, attraversi tutte le fasi: dal sentirti perso al sentirti solo. Vedi crollare le fondamenta, ti mancano gli sguardi di approvazione o di rimprovero che ti avevano sempre fatto sentire un figlio». E scrivere lo ha aiutato a riportare alla mente i ricordi belli, quelli da salvare. «Il libro è stato una valvola di scarico e rimessa a punto. Mi sono detto: cominciamo a ricordare le cose belle. Era arrivato il momento che il bambino crescesse e diventasse uomo. Ritrovare gli sguardi, le risate, le lezioni dei miei genitori mi ha fatto capire che resteranno per sempre dentro di me».

Del padre, insieme ai ricordi preziosi di una vita, Raoul Bova conserva i sughi al pomodoro in credenza. «Le tengo per ricordo. Altre le ho utilizzate. Era meticoloso, mi piaceva la sua calligrafia, aveva una sua eleganza anche in stampatello: scriveva l’anno, la qualità del pomodoro, era molto preciso». Non è riuscito a salutarlo, prima della morte, così com’è accaduto per sua madre, morta in ospedale in seguito all’aggravarsi di un’ulcera. «Era entrata all’ospedale per quella che sembrava un’ulcera e invece si è aggravata. Usava già l’ossigeno. Penso sia morta di Covid, ma ancora non era esplosa l’epidemia, è solo una ricostruzione che mi sono fatto nelle notti insonni. Il giorno che mamma è morta mi sono rotto la gamba destra. Una semplice storta sulle foglie bagnate, ero a Torino per lavoro. Penso sia stato il dolore: mi aveva spezzato».

Di recente l’attore ha pubblicato sul suo profilo Instagram una foto insieme ai suoi due figli più grandi, Alessandro e Francesco nati dal matrimonio con Chiara Giordano. «Entrambi fanno i fratelli maggiori», ha raccontato al Corriere della Sera, riferendosi al rapporto con le due sorelle Luna ed Alma«Rispetto per i figli significa ascoltarli e non imporre nulla che non sentano davvero. Così ho aspettato che si sentissero liberi di vederle e oggi sono felice. Tante volte mi sono domandato o accusato e giudicato come poco forte su alcune decisioni e invece la mia strada e il mio modo di essere sta portando i suoi frutti. I miei figli sono felici, si stanno conoscendo, stanno cominciando a volersi bene e questo è un passo che ne porterà un altro e ancora uno».

 «El mundo de la natación ha sido una fantástica reserva de lecciones de vida. Algunos los entendí entonces. Otros se han vuelto más claros con el tiempo ». El tiempo que hoy, a los 49 años, llevó a Raoul Bova a la librería con su primera novela "Le regole dell'acqua" (Rizzoli). “Me han estado pidiendo que lo haga desde que tenía 25 años, pero no quería ser trivial. Ahora, sin embargo, tengo algunas cosas que contar ”, explicó en una larga entrevista con Corriere della Sera.

Una novela dedicada a sus cuatro hijos, Alessandro y Francesco, nacidos del matrimonio con Chiara Giordano, y Luna y Alma, que tieene con su pareja Rocío Muñoz Morales.

Una historia sincera en la que Raoul Bova deja escapar sus emociones junto con palabras y recuerdos. Las de cuando tenía 13 años y no dormía por las noches debido a las pesadillas y el miedo a la muerte, hasta las más recientes relacionadas con la pérdida de ambos padres por poco tiempo de separación.

“Estas cosas, antes de que sucedan, ni siquiera puedes imaginarlas. No puede hacerse una idea del dolor que sentirá. Luego, pasa por todas las etapas: desde sentirse perdido hasta sentirse solo. Ves derrumbarse los cimientos, extrañas las miradas de aprobación o reproche que siempre te han hecho sentir como un niño ". Y escribir le ayudó a recuperar los buenos recuerdos, los que debía salvar. “El libro era una válvula de drenaje y reacondicionado. Me dije: empieza a recordar cosas buenas. Era hora de que el niño creciera y se convirtiera en un hombre. Encontrar las miradas, las risas, las lecciones de mis padres me hizo comprender que permanecerán dentro de mí para siempre ».

De su padre, junto con los preciosos recuerdos de su vida, Raoul Bova guarda las salsas de tomate en el armario. “Los guardo como recuerdo. He usado otros. Era meticuloso, me gustaba su caligrafía, tenía su propia elegancia incluso en mayúsculas: escribía el año, la calidad del tomate, era muy preciso ”. No pude despedirme antes de su muerte, como le sucedió a su madre, quien falleció en el hospital a raíz de una úlcera agravante. "Había ingresado al hospital por lo que parecía una úlcera y, en cambio, empeoró. Ya estaba usando oxígeno. Creo que murió de Covid, pero la epidemia aún no había estallado, es solo una reconstrucción que hice durante mis noches de insomnio. El día que murió mamá, me rompí la pierna derecha. Una simple réplica sobre las hojas mojadas, estaba en Turín por trabajo. Creo que fue el dolor: me había roto.

El actor publicó recientemente una foto en su perfil de Instagram junto a sus dos hijos mayores, Alessandro y Francesco, nacidos del matrimonio con Chiara Giordano. "Ambos son hermanos mayores", le dijo al Corriere della Sera, refiriéndose a la relación con las dos hermanas Luna y Alma. Respetar a los niños significa escucharlos y no imponerles nada que realmente no sientan. Así que esperé a que se sintieran libres de verlos y hoy estoy feliz. Muchas veces me he preguntado o acusado y juzgado que no soy muy fuerte en algunas decisiones y en cambio mi forma y mi forma de ser está dando sus frutos. Mis hijos son felices, se van conociendo, se empiezan a querer y este es un paso que va a llevar al otro ya uno más ».

 

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