Don Matteo”, un successo senza fine. Nella serata del debutto di stagione la serie cult di Rai 1 ha
conquistato, ancora una volta, la grande platea elevisiva. A seguirla, giovedì 31 marzo, 6 milioni
541 mila telespettatori (29,9 %). Il pubblico ha ritrovato i propri beniamini ed è ora pronto ad abbracciare l’attesa new entry, in scena a partire dalla quinta puntata: Raoul Bova-Don Massimo.
“Quando mi è stato proposto il ruolo, la possibilità di prendereparte a ‘Don Matteo’, ho provato un grandissimo piacere – afferma l’attore –. Credo che Luca (Bernabei, produttore della serie) e la Rai, non mi avrebbero assegnato una responsabilità così grossa se non ci fosse stata stima, se non ci fosse stato un apprezzamento”. Don Massimo è un prete diverso da don Matteo e da tutti gli altri. Un prete contadino, abituato a sporcarsi le mani, più propenso a stare tra gli ulivi umbri a zappare la terra che a stare dentro le quattro mura della canonica. Saldo nella sua fede e nel suo rapporto con Dio, ma con le difficoltà di tutte le persone di oggi, dell’uomo comune: un prete che, come tutti noi, ha a volte anche bisogno di sfogarsi, di scaricare le tensioni. “Ha un carattere forte, ha voglia di stare tra la gente, di vedere le cose per quelle che sono – prosegue Bova –, è un prete in evoluzione, giovane, che desidera confrontarsi con il perdono, che non giudica le persone dall’apparenza. Perdonare non è scontato, accogliere non è scontato, combattere contro le ingiustizie vuol dire amare il prossimo, tutto ciò su cui si posa il tuo sguardo”. Nell’Umbria di Don Matteo il giovane
Don Massimo faticherà a conquistare il cuore dei fedeli, all’inizio diffidenti, che nel tempo sapranno però riconoscerlo come un amico: “Non sarà accettato a braccia aperte, lo ostacoleranno in tutti i modi. Per lui la vita sarà dura. Massimo entrerà in punta di piedi, è una persona molto educata, in ascolto, e comprende la reazione della gente. Per lui è importante essere se stesso, cercare di risolvere i casi che gli si presentano e avere curiosità verso la verità, pronto a fare tutto il possibile per la sua comunità, per la sua parrocchia” dice Bova, che sembra avere trovato un buon feeling con il proprio personaggio: “La vita cambia come cambiano le serie, cambiano i preti e anche le persone. Gli sceneggiatori mi hanno coinvolto e mi hanno fatto appassionare, Don Massimo è un personaggio attivo, che ha voglia di imparare, che è fragile e forte allo stesso tempo. In questo momento della mia carriera avevo bisogno di un personaggio così, di avere queste emozioni, di provarle e di recitarle. Mi è stato fatto un bel regalo”. Bova, che da Terence Hill riceve il testimone, spiega come quella in corso non sia affatto una sostituzione, bensì un proseguimento: “Don Matteo rimarrà sempre don Matteo, Terence rimarrà sempre Terence. Non si tratta di sostituire, ma di fare evolvere una serie che dà da sempre
ottimi risultati”. Don Matteo è una “tradizione che accompagna gli spettatori da diverso tempo – conclude Bova – è una serie che ho sempre amato, mi ha sempre fatto compagnia. Un racconto che fa ridere, sognare, commuovere”.
Un consiglio ricevuto dal grande
Terence Hill? “Ci siamo incontrati e ci siamo guardati negli occhi.
Credevo che fosse giusto avere da lui questo testimone. Terence
mi ha detto di essere sempre me stesso, sincero”.