lunes, 29 de agosto de 2022

(Scan) Raoul Bova, una grande passione per l'acqua/Raoul Bova, una gran pasión por el agua


24orenews
(settembre 2022)



Attore, regista, produttore, doppiatore… Classe 1971, Raoul Bova nasce a Roma il 14 agosto: ha da poco compiuto 51 anni. Se, agli inizi, ha conquistato i produttori televisivi e il pubblico soprattutto per la sua innegabile bellezza, non hanno tardato ad emergere anche il suo grande talento e la sua profondità umana. Non tutti sanno però che il noto attore è anche stato un nuotatore professionista. Raoul ha cominciato a nuotare a 4 anni (nella piscina dell’Aurelia Nuoto) iniziando una carriera sportiva che lo ha visto vincere a soli 15 anni il campionato italiano giovanile nei 100 metri dorso. A 21 anni Raoul presta il servizio militare nel corpo dei Bersaglieri, dove esercita l’incarico di istruttore di nuoto. Finita questa esperienza, però, si iscrive alla scuola di recitazione di Beatrice Bracco, intraprende la carriera di attore e così abbandona l’agonismo. Tuttavia la passione per lo sport, in lui viva e forte ancora oggi - come vedremo - lo spinge a tornare ai campionati Italiani Master Nuoto nel 2010, ove ottiene il terzo tempo assoluto della categoria M35 nei 100 stile libero.
 
Raoul Bova ha all’attivo più di 70 film, divisi tra pellicole per il cinema e fiction per la tv. L’attore si fa notare proprio per il ruolo di uno sportivo, Giuliano Amitrano, nella fiction “Una storia italiana”, del 1992, ispirata alla storia dei fratelli Abbagnale. Il primo ruolo importante arriva però nella commedia di Carlo Vanzina “Piccolo grande amore”, dove interpreta un insegnante di surf. Ancora una volta un ruolo da sportivo, complice anche una fisicità da fotomodello, che lo impone soprattutto tra le ragazzine, di cui diventa ben presto l’idolo (per la gioia delle fan ha posato nudo nel 2000 per un calendario della rivista Max). Nel corso degli anni, Raoul si contraddistingue anche per ruoli più impegnativi, recitando con altri grandi registi, tra cui Pupi Avati, Lina Wertmüller, Giuseppe Tornatore, Ferzan Özpetek, Paolo Genovese… fino ad arrivare a Hollywood, dove ha lavorato accanto a Sylvester Stallone e Diane Lane, solo per citarne alcuni. Tra i circa 40 film interpretati per il cinema, ricordiamo “Palermo Milano - Solo andata” “Ninfa plebea” “La finestra di fronte” “Io, l’altro” “Buongiorno papà” “La nostra vita” “Nessuno mi può giudicare”, per citarne solo alcuni. Nel 2008 Raoul è il protagonista del film campione di incassi “Scusa ma ti chiamo amore” di Federico Moccia. Nell’ultimo decennio l’attore alterna cinema e serie tv senza mai fermarsi. Arrivando agli anni più recenti, nel 2020 termina le riprese della fiction “Giustizia per tutti” e “Buongiorno, mamma!” e in ottobre pubblica il suo primo libro “Le regole dell’acqua”. A Giugno 2021 va in onda su Canale 5 il docufilm “Ultima gara”, di cui è regista oltre che attore. Alla fine di aprile di quest’anno ha debuttato nella 13a stagione di “Don Matteo”, prendendo il testimone da Terence Hill e interpretando il ruolo di Don Massimo. A distanza di pochi giorni è partita anche la nuova serie “Giustizia Privata” in cui recita, tra gli altri, insieme all’attuale compagna Rocío Muñoz Morales. 

Nel 2000 sposa Chiara Giordano, figlia dell’avvocato matrimonialista Annamaria Bernardini de Pace. Da questo matrimonio nascono due figli: Alessandro Leon, nel 2000, e Francesco, nel 2001. Nel 2013 i due si separano e e tempo dopo l’attore inizia una relazione con la modella showgirl e attrice spagnola Rocío Muñoz Morales, conosciuta sul set del film “Immaturi - Il viaggio”. Da questa seconda relazione nascono due bimbe: Luna e Alma. «Mi sento fortunato ad avere quattro figli così: belli, dolci e complicati. Amo perdermi nelle loro diversità», ha affermato Raoul. L’affascinante Bova ha passato dei periodi molto duri, come ha raccontato lui stesso nel corso di una serie d’interviste. Era profondamente legato ai suoi genitori, che purtroppo ha perso entrambi in meno di 2 anni, tra il 2018 e il 2019. Il lutto da affrontare è stato molto duro. Negli anni in cui è stato un campione di nuoto, Raoul (come ha raccontato) lo ha fatto anche per compiacere suo padre. Quando perdeva, stava male fisicamente perché non riusciva a superare la sconfitta e, nonostante il padre lo rassicurasse, pensava che tutti l’amassero solo quando era il campione. Questo gli procurava molto stress psicologico, ma era un modo per ripagare i sacrifici che suo padre faceva per lui. «Però, quando gli ho detto che volevo smettere, che non ce la facevo più - ha rivelato l’attore - lui mi ha detto: “Non è importante il nuoto, è importante che tu faccia qualcosa con tutta la passione che hai”. Gli confidavo le mie insicurezze. Lui per me era un pilastro. Non parlarci più - anche se però io ci parlo an parlo ancora - insomma mi ha fatto molto male. Tante cose che sono adesso, lo devo a lui che ha rappresentato un simbolo di forza». I suoi genitori non lo hanno mai ostacolato nelle scelte, nella sua carriera. La madre Rosa, originaria di Acerra, si era traferita insieme al marito Giuseppe, calabrese, a Roma, dove Raoul è nato. «Mia madre mi voleva laureato ma è diventata la mia più grande fan quando ho iniziato la mia carriera da attore. È stata una mamma premurosa: era molto attenta all’estetica, controllava se la mia barba fosse troppo lunga o troppo corta, se i capelli fossero della giusta lunghezza».
 
Mentre affronta il dolore per la perdita della madre, Raoul Bova scrive il suo primo libro in cui l'ex promessa del nuoto rivela una lezione molto importante.
«Aprire il mio cuore mi ha fatto bene. Dovevo fermare il dolore che dilagava, lo dovevo fare per me e per le persone che amo, per i miei figli», aveva spiegato. Quegli anni passati in piscina, le lunghe ore di allenamento, l’euforia delle prime vittorie, costituiscono un universo di riferimento che si rivelerà fondamentale anche per affrontare le sfide fuori dall’acqua. Raoul è molto legato alla Sabina dove possiede una villa nei pressi di Rieti e un’abitazione di famiglia a Varco Sabino, dove il padre ha vissuto a lungo. Sempre durante i dolorosi anni della pandemia, ha scelto questi luoghi, il lago del Salto e la sua diga, per girare le riprese del docufilm “Ultima gara”, da lui diretto insieme a Marco Renda. Per “rinascere” è tornato ancora una volta al primo amore: l’acqua. «Sono ripartito da lì. E lì ho incontrato Manuel Bortuzzo (promessa del nuoto costretto sulla sedia a rotelle dopo una sparatoria a Roma nel febbraio 2019, ndr). Ho messo a confronto il mio dolore con il suo: ci siamo dati energia. Mi mancava tanto mio padre ma vedevo il suo, che ha lasciato tutto per stare vicino al figlio. Il loro rapporto mi emozionava. Grazie a lui ho ripreso ad allenarmi e, da ex sportivo, ho pensato a una staffetta per battere un record mondiale». E ha coinvolto altri tre ex nuotatori, Brembilla, Magnini e Rosolino. «In comune avevano il fatto di non volersi ributtare in acqua. Invece, da quella sfida siamo arrivati all’idea di un film - Ultima gara - in cui cinque uomini si incontrano e cercano di superare le proprie difficoltà. Parlando del film di cui è stato regista e attore, Raoul Bova l’ha definito proprio una sorta di Sliding Doors, un voler guardare cosa sarebbe successo se avesse “azzeccato la virata durante la gara più importante”, quella della vita. Sul Lago del Salto Raoul è tornato di recente come ambassador dei Campionati del Mondo di Wakeboard 2022.Insomma, 51 anni e già una carriera lunga 30 anni, con tanti successi: ma c’è davvero tanto ancora da scoprire su questo affascinante talento italiano

 
 
 Actor, director, productor, actor de doblaje… Nacido en 1971, Raoul Bova nació en Roma el 14 de agosto: acaba de cumplir 51 años. Si en un principio conquistó a los productores de televisión y al público sobre todo por su innegable belleza, su gran talento y su profundidad humana no tardaron en aflorar. Sin embargo, no todos saben que el conocido actor también fue nadador profesional. Raoul comenzó a nadar a los 4 años (en la piscina Aurelia Nuoto) iniciando una carrera deportiva que lo llevó a ganar el campeonato italiano juvenil en los 100 metros espalda a los 15 años. A los 21 años, Raoul hizo su servicio militar en el cuerpo de Bersaglieri, donde ocupó el cargo de monitor de natación. Después de esta experiencia, sin embargo, se matriculó en la escuela de actuación de Beatrice Bracco, se embarcó en la carrera de actor y abandonó así el espíritu competitivo. Sin embargo, su pasión por el deporte, todavía viva y fuerte en él hoy, como veremos, lo empuja a regresar al Campeonato Italiano de Natación Master en 2010, donde obtiene el tercer puesto en la general en la categoría M35 en los 100 metros libres.

Raoul Bova cuenta con más de 70 películas en su haber, divididas entre películas para cine y ficción para TV. El actor destaca precisamente por el papel de un deportista, Giuliano Amitrano, en la ficción de 1992 "Una storia italiana", inspirada en la historia de los hermanos Abbagnale. El primer papel importante, sin embargo, llega en la comedia de Carlo Vanzina “Piccolo grande amore”, donde interpreta a un profesor de surf. De nuevo un papel deportivo, también gracias al físico de modelo, que se impone sobre todo entre las chicas, de las que pronto se convierte en ídolo (para regocijo de los fans posó desnudo en 2000 para un calendario de la revista Max) . Con el paso de los años, Raoul también destaca por papeles más exigentes, interpretando con otros grandes directores, como Pupi Avati, Lina Wertmüller, Giuseppe Tornatore, Ferzan Özpetek, Paolo Genovese... hasta llegar a Hollywood, donde trabajó junto a Sylvester Stallone y Diane Lane. , sólo por nombrar unos pocos. Entre las aproximadamente 40 películas interpretadas para el cine, recordamos "Milano Palermo-Solo Andata" "Ninfa Plebea" "La finestra di fronte" "Io, altro" "Buongiorno papà" "La nostra vita" "Nessuno mi può giudicare". por nombrar sólo unos pocos. En 2008 Raoul es el protagonista de la taquillera película "Scusa ma ti chiamo amore" de Federico Moccia. En la última década, el actor ha alternado cine y series de televisión sin parar nunca. Llegando a los años más recientes, en 2020 se iniciaron las filmaciones de las ficciones “Giustizia per tutti” y “¡Buongiorno mamma!” y en octubre publicó su primer libro "Le regole dell'acqua". En junio de 2021 se emitió en Canale 5 el docufilm “Ultima gara”, del que es director además de actor. A finales de abril de este año debutó en la temporada 13 de "Don Matteo", tomando la batuta de Terence Hill e interpretando el papel de Don Massimo. A los pocos días también arrancó la nueva serie “Giustizia per tutti” que protagoniza, entre otros, junto a su actual pareja Rocío Muñoz Morales.
 
En 2000 se casó con Chiara Giordano, hija de la abogada matrimonial Annamaria Bernardini de Pace. De este matrimonio nacieron dos hijos: Alessandro León, en 2000, y Francesco, en 2001. En 2013 los dos se separaron y tiempo después el actor inició una relación con la modelo y actriz española Rocío Muñoz Morales, a quien conoció en el plató de la película “Immaturi - il viaggio”. De esta segunda relación nacen dos niñas: Luna y Alma. “Me siento afortunado de tener cuatro hijos así: hermosos, dulces y diferentes. Me encanta perderme en su diversidad”, dijo Raoul. El encantador Bova ha pasado por momentos muy duros, según contó él mismo en el transcurso de una serie de entrevistas. Estaba profundamente apegado a sus padres, a quienes lamentablemente perdió en menos de 2 años, entre 2018 y 2019. El duelo con el que lidiar fue muy duro. En los años que fue campeón de natación, Raoul (según cuenta) también lo hizo para complacer a su padre. Cuando perdió, se enfermó físicamente porque no pudo superar la derrota y, aunque su padre lo tranquilizó, pensó que todos solo lo querían cuando era el campeón. Esto le provocó mucho estrés psicológico, pero era una forma de pagar los sacrificios que su padre hizo por él. “Sin embargo, cuando le dije que quería dejarlo, que no aguantaba más -reveló el actor- me dijo: 'La natación no es importante, lo importante es que hagas algo con toda la pasión que tienes'. Le confié mis inseguridades. Él fue un pilar para mí. No hables más - aunque le hable y le siga hablando - en fin me dolió mucho. Tantas cosas que soy ahora, se las debo a aquel que representó un símbolo de fuerza». Sus padres nunca lo han obstaculizado en sus elecciones, en su carrera. La madre Rosa, originaria de Acerra, se había mudado con su marido Giuseppe, de Calabria, a Roma, donde nació Raoul. “Mi mamá quería que me graduara, pero se convirtió en mi mayor admiradora cuando comencé mi carrera como actor. Era una madre cariñosa: estaba muy atenta a la estética, revisaba si mi barba era demasiado larga o demasiado corta, si mi cabello tenía la longitud adecuada ".
 
Mientras afrontaba el dolor por la pérdida de su madre, Raoul Bova escribió su primer libro en donde la ex promesa de la natación revela una enseñanza muy importante.
 «Abrir mi corazón me ha hecho bien. Tenía que parar el dolor que se estaba extendiendo, tenía que hacerlo por mí y por la gente que quiero, por mis hijos», explicó. Esos años en la piscina, las largas horas de entrenamiento, la euforia de las primeras victorias, constituyen un universo de referencia que resultará también fundamental para afrontar los retos fuera del agua. Raoul está muy unido a Sabina, donde posee una villa cerca de Rieti y una casa familiar en Varco Sabino, donde vivió su padre durante mucho tiempo. También durante los dolorosos años de la pandemia, eligió estos lugares, el lago Salto y sus alrededores para rodar el docufilm “Ultima Gara”, que dirigió junto a Marco Renda. Para "renacer" volvió una vez más a su primer amor: el agua. «Empecé desde allí. Y allí conocí a Manuel Bortuzzo (promesa de natación en silla de ruedas tras un tiroteo en Roma en febrero de 2019). Comparé mi dolor con el de él: nos dimos energía. Extrañé mucho a mi padre pero vi al suyo, que lo dejó todo por estar cerca de su hijo. Su relación me emocionó. Gracias a él volví a entrenar y, como ex deportista, pensé en una carrera de relevos para batir un récord mundial». E involucró a otros tres ex nadadores, Brembilla, Magnini y Rosolino. “Compartieron el hecho de que no querían tirarse de nuevo al agua. En cambio, de ese desafío surgió la idea de una película, Ultima Gara, en la que cinco hombres se encuentran e intentan superar sus dificultades. Hablando de la película de la que fue director y actor, Raoul Bova la definió como una especie de puertas correderas, un deseo de ver qué hubiera pasado si hubiera "dado en el clavo en la carrera más importante", la de la vida. Raoul regresó recientemente a Lago del Salto como embajador del Campeonato Mundial de Wakeboard 2022. En resumen, 51 años y ya una carrera de 30 años, con muchos éxitos: pero en realidad hay mucho más por descubrir sobre este fascinante talento italiano.