Al di là dei misteri, Raoul, la protagonista di Buongiorno, mamma! è la famiglia.
Sì e penso che il successo della prima stagione sia dovuto proprio a questo: il pubblico ha visto sullo schermo i valori della famiglia e si è affezionato ai Borghi. Oggi purtroppo, e lo vediamo soprattutto con i ragazzi, la famiglia viene sostituita dagli amici e a volte si rischia di fare scelte sbagliate.
Lei è padre di quattro figli, parla per esperienza personale?
Essere genitori non è mai facile, anche nelle famiglie più belle ci sono momenti di difficoltà. Come papà penso di avere preso un po’ da mia madre e un po’ da mio padre: lei, con il suo spirito napoletano, era divertente, allegra, leggera; lui, calabrese, era un po’ più rigido, autoritario. Io sono stato un figlio un po’ ribelle ma pian piano lui mi ha dato sempre più fiducia e siamo cresciuti insieme. Negli ultimi anni, da quando era andato a vivere in campagna, abbiamo avuto un rapporto meraviglioso: mi confidavo con lui ma spesso non serviva nemmeno parlare, bastavano uno sguardo o un abbraccio.
Cosa porta di lui nel rapporto con i suoi figli?
Sicuramente l’importanza dello sport. Lui me lo faceva fare perché diceva che stare senza fare niente è deleterio e io sono assolutamente d’accordo. Se i ragazzi si stancano in palestra o in piscina poi tornano a casa, mangiano e vanno a dormire, non hanno più tanta voglia di andarsene in giro o stare ore sui social. Nello sport, poi, si forma il carattere, si creano relazioni, amicizie e amori. Le gare, poi, ti preparano agli esami che affronterai nella vita e ti insegnano il valore della vittoria ma, anche, della sconfitta.
Anche in Buongiorno, mamma! lei ha quattro figli.
Grazie a Guido Borghi ho scoperto la forza dell’attesa, del saper ascoltare le esigenze dei miei figli. Prima di reagire e magari arrabbiarsi bisogna aspettare, evitare le prove di forza e cercare di capire: quel comportamento che non mi è piaciuto magari è un loro modo di sfogarsi, un modo per dirmi qualcosa. Inoltre, cerco sempre di essere presente con loro, seguirli nelle diverse fasi della crescita senza essere ingombrante perché devono imparare a cadere e a rialzarsi. In generale penso che un genitore debba stare dietro al figlio e rimetterlo in carreggiata quando perde l’equilibrio».
Ha citato i social su cui lei, volente o nolente, è spesso protagonista.
Io non ho assolutamente niente contro i social, anzi. Penso che siano lo strumento più democratico per chi fa ha un talento nascosto e può farlo vedere senza bisogno di alcuna raccomandazione. Penso anche però che, una volta che l’hai usato per il tuo lavoro, se hai una vita piena, un lavoro, una famiglia, dei figli, non ti rimanga molto tempo per leggere certe notizie o per il gossip. Detto questo, a volte è capitato che certe cose uscite in determinati momenti mi abbiano un po’ infastidito però, come si dice, non si può piacere a tutti. L’importante è coltivare i rapporti con le persone che ti vogliono bene.
Torniamo a Buongiorno, mamma! Uno dei temi più delicati che solleva è quello del fine vita.
Nella serie sono rappresentate entrambe le posizioni: Guido è a favore dell’attesa e non staccherebbe mai la spina e Lucrezia, la madre di Anna, che invece sostiene di non voler più vedere la figlia soffrire. Io penso che siano situazioni su cui puoi esprimerti solo se e quando ti trovi ad affrontarle. Però non posso non notare che ci sono tante persone che si sono risvegliate anche dopo anni di coma. Così come ci sono persone immobilizzate su un letto che vogliono comunque vivere, vedere i figli sposarsi e i nipoti crescere magari vederli sposati e sembra che quasi non vedano la malattia.
A proposito di futuro, parliamo del suo: prossimamente lei tornerà sul set di Don Matteo, dove è diventato protagonista dopo l’uscita di Terence Hill.
Naturalmente non posso anticipare nulla ma diciamo che sicuramente ci sarà qualche cambiamento visto che ormai don Massimo, il nuovo protagonista, è stato presentato. Di lui mi piace il fatto che abbia un passato: era un carabiniere che, forse, cercava giustizia attraverso una divisa e ora che è prete lo fa, passatemi il termine, con un’altra anche se, per farlo, ha dovuto compiere un passaggio non facile e arrivare alla comprensione e al perdono. Sicuramente questa volta affronterò il set con meno ansia perché ho fatto mio il personaggio e, soprattutto, ho trovato una famiglia che mi ha accolto a braccia aperte».
Más allá de los misterios, Raoul, el protagonista de Buongiorno, mamma! y la familia.
Sí, y creo que el éxito de la primera temporada se debe a esto: el público vio valores familiares en pantalla y se enamoró de los Borghi. Desafortunadamente hoy, y lo vemos especialmente con los niños, la familia está siendo reemplazada por amigos y, a veces, existe el riesgo de tomar decisiones equivocadas.
Eres padre de cuatro hijos, ¿hablas por experiencia personal?
Ser padre nunca es fácil, incluso en las familias más hermosas hay momentos de dificultad. Como papá creo que tomé un poco de mi madre y un poco de mi padre: ella, con su espíritu napolitano, era divertida, alegre, alegre; él, de Calabria, era un poco más rígido, autoritario. Yo era un hijo algo rebelde pero poco a poco confiaba más en mí y crecimos juntos. En los últimos años, desde que se había ido a vivir al campo, tuvimos una relación maravillosa: le confiaba pero muchas veces ni siquiera hacía falta hablar, bastaba una mirada o un abrazo.
¿Qué aporta a la relación con sus hijos?
Definitivamente la importancia del deporte. Me obligó a hacerlo porque dijo que no hacer nada es dañino y estoy absolutamente de acuerdo. Si los niños se cansan en el gimnasio o en la piscina, luego se van a casa, comen y se van a dormir, ya no tienen tantas ganas de andar o pasar horas en las redes sociales. En el deporte, pues, se forma el carácter, se crean relaciones, amistades y amores. Las competencias, pues, te preparan para los exámenes que enfrentarás en la vida y te enseñan el valor de la victoria pero también de la derrota.
También en ¡Buongiorno mamma! tienes cuatro hijos.
Gracias a Guido Borghi descubrí el poder de la espera, de saber escuchar las necesidades de mis hijos. Antes de reaccionar y quizás enfadarse, hay que esperar, evitar pruebas de fuerza y tratar de comprender: ese comportamiento que no me gustó es quizás su forma de desahogarse, una forma de decirme algo. Además, siempre trato de estar presente con ellos, seguirlos en las diferentes etapas de crecimiento sin ser engorroso porque tienen que aprender a caerse y levantarse. En general, creo que un padre debe pararse detrás del niño y ponerlo de nuevo en marcha cuando pierde el equilibrio.
Mencionaste las redes sociales en las que, quiérase o no, suele ser protagonista.
No tengo absolutamente nada en contra de las redes sociales, todo lo contrario. Creo que son la herramienta más democrática para aquellos que tienen un talento oculto y pueden mostrarlo sin necesidad de ninguna recomendación. Sin embargo, también creo que una vez que lo has usado para tu trabajo, si tienes una vida plena, un trabajo, una familia, hijos, no te queda mucho tiempo para leer ciertas noticias o chismes. Dicho esto, a veces pasaba que ciertas cosas que salían en ciertos momentos me molestaban un poco, sin embargo, como dicen, no se puede complacer a todos. Lo importante es cultivar relaciones con personas que te aman.
Volvamos a ¡Buongiorno mamma! Uno de los temas más delicados que plantea es el del final de la vida. Ambas posiciones están representadas en la serie: Guido es partidario de esperar y nunca desconectaría y Lucrezia, la madre de Anna, que en cambio afirma que ya no quiere ver sufrir a su hija.
Creo que son situaciones en las que solo puedes expresarte si te encuentras frente a ellas. Pero no puedo dejar de notar que hay muchas personas que han despertado incluso después de años de estar en coma. Así como hay gente inmovilizada en una cama que todavía quiere vivir, ver casarse a sus hijos y crecer a sus nietos, tal vez verlos casados y parece que apenas ven la enfermedad.
Hablando del futuro, hablemos del tuyo: pronto volverás al plató de Don Matteo, donde te convertiste en protagonista tras la salida de Terence Hill.
Naturalmente no puedo adelantar nada pero dígamos que seguramente habrá algunos cambios dado que ya se ha presentado a Don Massimo, el nuevo protagonista. Me gusta que tenga un pasado: fue un carabinero que, tal vez, buscaba la justicia a través de un uniforme y ahora que es sacerdote lo hace, con otro enfoque, aunque para hacerlo haya tenido para hacer un paso no fácil y llegar a la comprensión y al perdón. Seguro que esta vez afrontaré el plató con menos ansiedad porque hice mío el personaje y, sobre todo, encontré una familia que me recibió con los brazos abiertos»