«Dobbiamo parlare di don Massimo (ride). Che posso dire? Più vado avanti e più lo conosco. Rispetto alla passata stagione sicuramente è più tranquillo, anche perché non ha dovuto affrontare l’inquietudine dell’arrivo in un posto nuovo. Proprio come è successo a me».
Quindi perderà quell’alone di mistero che lo circondava?
«Assolutamente
no, anche perché di lui non abbiamo ancora scoperto tutto. Molte cose
le capiremo nelle nuove puntate grazie al suo rapporto con Giulia
(Federica Sabatini, ndr), la sorella che arriva a Spoleto e che lui
accoglie in canonica nonostante il passato difficile che li divide e i
problemi di lei con la giustizia».
Rimarrà, però, il prete di strada che abbiamo conosciuto e amato?
«Sì.
Diversamente da don Matteo che era, diciamo così, più spirituale, don
Massimo è uno che sbaglia, che si pone ancora delle domande. È un prete
in continua evoluzione e per crescere, si sa, a volte si fanno anche
degli errori».
In che senso?
«Don Massimo è affidabile e fa di
tutto per aiutare chiunque abbia bisogno di aiuto, ma ci sono cose che
deve ancora risolvere lui per primo».
Per esempio?
«Il perdono, che non è una cosa così
scontata. A volte si siede davanti al Crocifisso e gli dice: “So che
devo perdonare perché sono un prete, ma come faccio? Sono un essere
umano, è difficile”. Questi suoi dubbi rafforzano la sua figura di
sacerdote, lo rendono più credibile, perché capisci che anche i preti
hanno dei dubbi. Molti dei quali sono anche miei».
¿En qué sentido?
"Don Massimo es confiable y hace todo lo posible para ayudar a cualquiera que necesite ayuda, pero hay cosas que todavía tiene que resolver primero".
¿Por ejemplo?
«El perdón, que no es algo tan obvio. A veces se sienta frente al Crucifijo y le dice: “Sé que tengo que perdonar porque soy sacerdote, pero ¿cómo lo hago? Soy un ser humano, es difícil". Estas dudas suyas fortalecen su figura de sacerdote, lo hacen más creíble, porque se comprende que también los sacerdotes tienen dudas. Muchas de los cuales son mías también."
Quali?
«Uno è proprio il perdono. Vedo genitori
che perdonano chi gli ha ucciso il figlio e mi rendo conto che è un
insegnamento grande, ma non riesco a capirlo. Poi, però, ci penso e mi
chiedo: “Al loro posto cosa farei? Dovrei odiare quell’assassino e
desiderare il suo male?”. No, perché questo non mi restituirebbe certo
mio figlio. Allora mi dico che, al netto della giustizia che comunque
deve essere fatta, il perdono è forse l’unico modo per andare avanti e
cercare di fare in modo che certe cose non accadano più».
A lei è mai capitato di dover perdonare qualcuno?
«Non ne sarei capace. Io posso perdonare l’errore ma il perdono lo lascio a Dio, l’unico in grado di farlo».
¿Cual?
«Uno es el perdón. Veo padres que perdonan a quienes mataron a su hijo y me doy cuenta de que es una gran enseñanza, pero no puedo entenderla. Pero luego lo pienso y me pregunto: “¿Qué haría yo en su lugar? ¿Debería odiar a ese asesino y desearle daño? No, porque eso ciertamente no me devolvería a mi hijo. Por eso me digo a mí mismo que, a pesar de la justicia que debe hacerse de todos modos, el perdón es quizás la única manera de seguir adelante y tratar de garantizar que ciertas cosas nunca vuelvan a suceder".
¿Alguna vez has tenido que perdonar a alguien?
«No sería capaz de ello. Puedo perdonar el error pero dejo el perdón a Dios, el único capaz de hacerlo."
Ma torniamo a “Don Matteo”: lei ha detto che sta diventando un fan della serie.
«Più
ci lavoro e più mi rendo conto che è precisa come un orologio svizzero
nel meccanismo del giallo, della commedia sentimentale, dei rapporti
interpersonali. E capisco perché sta andando avanti da così tanti anni».
Ora anche lei ci sta mettendo del suo.
«L’apprezzamento
del pubblico per don Massimo non era scontato. Anche lì è stato fatto
un grande lavoro di scrittura per accompagnare gli spettatori verso il
nuovo personaggio. Ricordo che gli abitanti di Spoleto inizialmente
dicevano: “Questo prete nuovo nella serie non lo vogliamo, ridateci don
Matteo”».
Nella 14a stagione ci sono diversi nuovi arrivi.
«Abbiamo un nuovo capitano e una nuova Pm, oltre alla sorella di don Massimo. E poi c’è Bart (un bambino con sindrome di Down, interpretato da Francesco Baffo, ndr),
protagonista di un caso di puntata che, però, vedremo anche nelle
successive perché lui frequenterà la canonica. Tra lui e don Massimo si
creerà un rapporto speciale. Lo stesso che è nato tra me e Francesco
anche fuori dal set».
Pero volvamos a “Don Matteo”: dijiste que te estás volviendo fan de la serie.
«Cuanto más trabajo en él, más me doy cuenta de que es tan preciso como un reloj suizo en el mecanismo de la ficción policial, la comedia sentimental y las relaciones interpersonales. Y entiendo por qué ha estado sucediendo durante tantos años".
Ahora también le estsá dando su propio toque.
«El aprecio del público por Don Massimo no era un hecho. Allí también se hizo un gran trabajo de escritura para acompañar a los espectadores hacia el nuevo personaje. Recuerdo que los habitantes de Spoleto dijeron inicialmente: "No queremos a este nuevo sacerdote en la serie, devuélvenos a Don Matteo".
En la temporada 14 hay varias novedades.
«Tenemos un nuevo capitán y un nuevo primer ministro, además de la hermana de Don Massimo. Y luego está Bart (un niño con síndrome de Down, interpretado por Francesco Baffo, ndr.), protagonista de un caso en el episodio que, sin embargo, también veremos en los siguientes porque frecuentará la rectoría. Se creará una relación especial entre él y Don Massimo. El mismo que nació entre Francesco y yo incluso fuera del set".
Sul set sono venuti a trovarla anche i suoi figli.
«Sì, le riprese di “Don Matteo” durano almeno sette-otto mesi, sono venuti a vedere che cosa fa il padre in tutto questo tempo (ride)».
Prima di “Don Matteo” dovremmo vederla su Canale 5 in “I
fantastici 5” e poi, forse, in una nuova stagione di ”Buongiorno,
mamma!”: non si sente incastrato nelle serie tv?
«No, tutte quelle che ha citato sono molto belle e ne sono felice».
Tus hijas también vinieron a visitarla al set.
«Sí, el rodaje de “Don Matteo” dura al menos siete u ocho meses, vinieron a ver qué hace su padre en todo este tiempo (risas)».
Antes de "Don Matteo" deberíamos verte en Canale 5 en "I fantastici 5" y luego, quizás, en una nueva temporada de "Buongiorno, mamma!": ¿no te sientes atrapado en las series de televisión?
"No, todas los que mencionaste son muy hermosos y estoy feliz con ellos".
[TV Sorrisi e Canzoni]
(Scan) Intervista a Raoul/Entrevista a Raoul