martes, 13 de agosto de 2019

Intervista/Entrevista: Raoul Bova: «Amatemi per quello che sono»/«Ámame por lo que soy»

Ciocche nere cadono davanti agli occhi, e lì restano. Raoul Bova non ha mai avuto i capelli lunghi, e non ne ha i gesti. Solo quando è troppo tardi una mano raccoglie le extension e le porta dietro la nuca. È qui che si scopre il suo sguardo azzurro, ipnotico e disarmante. «Da ragazzo, quando nuotavo, era meglio averli corti per la piscina». Gli occhi si abbassano.
L’uomo che ho davanti è stanco, se ne scusa.

Dopo il successo internazionale della serie La Reina del Sur – campione d’ascolti in America e che compete su Netflix con Stranger Things e La casa di carta – a ottobre lo vedremo in una nuova serie prodotta da Mediaset, Made in Italy, che racconta gli esordi, negli anni ’70, dei grandi stilisti italiani: sarà Giorgio Armani. Poi verrà la fiction dei capelli lunghi, ossia Giustizia per tutti, dove sarà un uomo accusato ingiustamente dell’assassinio della moglie. Arriva all’intervista intanto da un altro set, una storia sul nuoto, con Manuel Bortuzzo, il ragazzo rimasto paralizzato dopo una sparatoria a Ostia.

Quando si riposerà?
«Mai, credo».

Quanto tempo ci ha messo per indossare le extension?

«Due ore. L’ho fatto per il personaggio, non mi pesa. È un uomo che non ha un alibi, e viene accusato ingiustamente di un delitto passionale. Viene condannato a trent’anni, inizia a studiare legge, e riuscirà a dimostrare la sua innocenza».

In Made in Italy invece avrà tutt’altro ruolo, sarà Giorgio Armani.
«Non si trovava nessuno che potesse interpretare il “re”. Che è unico, difficilissimo entrare nei suoi panni. Rami Malek, che ha fatto Freddie Mercury, è stato bravissimo, ma di Freddie ce n’è uno. Cerchi di prendere quei dettagli e quelle sfumature, ma è una missione quasi impossibile, devi saperlo vivere in quei passaggi fondamentali che evidenziano il carattere, le delusioni, la rabbia, le opportunità. E sapere che i grandi personaggi non nascono solo dal talento ma anche dalla passione che la gente gli dimostra. Armani, al di là del genio, è andato incontro a una necessità importante nel momento giusto, quella della donna che non voleva più sentirsi usata, che voleva rispetto. Per Armani, è storia, la donna andava coperta, sul lavoro non doveva andare a mostrare “le tette o il culo”, parole sue».

Ha scoperto qualcosa di più su di lui, interpretandolo?
«Lo conosco come uno un po’ timido, riservato, che appare poco, e se appare lo fa con eleganza. Sembra uno che non potrebbe arrabbiarsi mai, ma in realtà lo fa moltissimo, pretende molto dai suoi collaboratori. Una volta ero a Sanremo e avevo una giacca che non aderiva perfettamente al collo, lui fece degli strilli chiamando chiunque. E tutti mi dicevano: “Raoul è successo un casino”. Non capivo se avessi sbagliato qualcosa, e loro: “Quando hai mosso il braccio la giacca si è scostata dal collo, la dovevi slacciare…”. Insomma: è una persona a cui non sfugge nulla, è un perfezionista, dagli alberghi agli oggetti per la casa. Pure i cioccolatini sono squadrati».

Che rapporto ha con lui?
«Di fedeltà forse, e di affetto e di stima. Abbiamo condiviso molti momenti, ho seguito le sue sfilate da Los Angeles a New York, a Londra. Ho fatto per lui diverse campagne di vestiti, di affissioni, mi sono prestato volentieri, mi sentivo onorato. Nel mio periodo americano ero sempre il più elegante. Quelli di Hollywood non vogliono mai sentirsi meno degli italiani, ma su Armani non competono, è un simbolo di eleganza e semplicità che non ha rivali. E corrispondeva al mio modo di essere, non sono uno che va con la Ferrari su Rodeo Drive. O, almeno, non all’epoca».

E ora?
«Se mi voglio comprare una cosa, lo faccio. Prima avevo l’ansia di prendere cose troppo fighe, non volevo che pensassero che ostentassi. Ho vissuto sempre in sottrazione, compravo le cose che non mi piacevano, che non erano quelle che desideravo, per essere rispettoso degli altri. Solo dopo ho capito che sono quello che sono, con gli stracci o con la Ferrari».

La saggezza di uno che si avvicina ai 50?
Ride. «Forse».

Nel frattempo il suo primogenito, Alessandro, si è diplomato, e lei ha postato il video su Instagram.
«Ha fatto la maturità e adesso andrà all’università a Milano, per continuare a coltivare la sua passione artistica».

Di recente la sua ex moglie Chiara Giordano ha postato sempre su Instagram una foto in cui tutti e tre apparite sorridenti a una sua mostra. Mesi fa eravate ancora insieme, e felici, al compleanno di Francesco, che compiva 17 anni. È scoppiata la pace in famiglia?
«Noi quattro stiamo benissimo, non c’è mai stata una guerra con Chiara, che stimo come donna e come madre. L’ho sempre detto. Non è stato giusto demonizzare Rocío e me, all’inizio della nostra storia, ma le cose poi si sono sistemate tutte».

La sua ex suocera Annamaria Bernardini de Pace su Libero ha detto: «Per quanto lo possa disistimare, Bova è il padre dei miei due nipoti, e in quanto loro padre lo rispetto».
«È una cosa bella da dire? Non credo. Comunque le cose vanno come devono andare. Se oggi i miei figli mi stimano e abbiamo un bel rapporto è perché ho rispettato una coerenza, quello che ho promesso l’ho mantenuto. Se oggi posso imporre loro qualcosa è perché, dal momento zero, ho detto che sarebbero stati i figli alla pari delle altre due, o del terzo, del quarto, del sesto… Non diventerrano mai figli di serie B».

Ha avuto una vita da papà di due figli maschi, e ora un’altra con due figlie femmine appena nate.
«Ringrazio Dio di aver conosciuto sia l’universo dei bambini che quello delle bambine, è stata un’opportunità meravigliosa. Con i maschi c’entravano molto le mie proiezioni, il rapporto con mio padre. Con le femmine l’affetto, le dolcezze… Mi sento completo».

Non ne farà altri, si ferma?
«Non lo so. Però sono contento così, i bambini bisogna accudirli, curarli. Adesso tutte le cose che prima mi facevano più arrabbiare, quelle incertezze della vita, mi scivolano via. Saranno i quasi 50 anni, come dice lei…».
(…)

Questo è un estratto dell’intervista di copertina tratta dal numero 33 di Vanity Fair in edicola fino al 22 agosto 2019

...........................................

Los mechones negros caen ante los ojos y permanecen allí. Raoul Bova nunca ha tenido el pelo largo, y no tiene gestos. Solo cuando es demasiado tarde, una mano levanta las extensiones y las lleva detrás del cuello. Es aquí donde uno descubre su mirada azul, hipnótica y desarmadora. "Cuando era niño, cuando nadaba, era mejor tenerlos cortos para la piscina". Los ojos se bajan.
El hombre frente a mí está cansado, se disculpa.

Después del éxito internacional de la serie La Reina del Sur, con un gran público en Estados Unidos y compitiendo en Netflix con Stranger Things y La casa de papel, en octubre lo veremos en una nueva serie producida por Mediaset, Made in Italy, que cuenta la historia de principios de los 70, de los grandes diseñadores italianos: él será Giorgio Armani. Luego viene la ficción del cabello largo, que es 'Giustizia per tutti', donde es un hombre que es acusado injustamente de asesinar a su esposa. Mientras tanto, llega a la entrevista desde otro set, una historia sobre natación, con Manuel Bortuzzo, el joven que quedó paralítico después de un tiroteo en Ostia.

 ¿Cuándo descansarás?

"Nunca, creo".

¿Cuánto tiempo llevó usar las extensiones?

"Dos horas. Lo hice por el personaje, no me pesa. Es un hombre que no tiene coartada, y está acusado injustamente de un crimen pasional. Es sentenciado a treinta años, comienza a estudiar derecho y se las arregla para demostrar su inocencia ».

En Made in Italy, por otro lado, Giorgio Armani desempeñará un papel completamente diferente.

"No se pudo encontrar a nadie que pudiera interpretar al" rey ". Lo cual es único, es muy difícil ponerse en sus zapatos. Rami Malek, quien interpretó a Freddie Mercury, fue genial, pero Freddie tiene uno. Intenta tomar esos detalles y esos matices, pero es una misión casi imposible, debes saber cómo vivirla en esos pasajes fundamentales que resaltan el carácter, las decepciones, la ira, las oportunidades. Y saber que los grandes personajes no nacen solo del talento sino también de la pasión que la gente les muestra. Armani, más allá del genio, fue a satisfacer una necesidad importante en el momento adecuado, la de la mujer que ya no quería sentirse utilizada, que quería respeto. Para Armani, es historia, la mujer estaba cubierta, en el trabajo no tenía que ir a mostrar "sus pechos o su trasero", sus palabras ».

¿Descubriste algo más sobre él al interpretarlo?

"Lo conozco como un poco tímido, reservado, que parece pequeño, y si aparece lo hace con elegancia. Parece alguien que nunca podría enfadarse, pero en realidad lo hace mucho, quiere mucho de sus colaboradores. Una vez que estuve en Sanremo y me puse una chaqueta que no se adhirió perfectamente al cuello, gritó llamando a todos. Y todos me dijeron: "Raoul tienes un desastre". No entendí si había hecho algo mal, y me dijeron: "Cuando movías el brazo, la chaqueta se alejaba del cuello, tenías que soltarla ...". En resumen: es una persona a quien nada se le escapa, es un perfeccionista, desde hoteles hasta objetos para el hogar. Los chocolates puros son cuadrados ».

¿Qué relación tienes con él?

«De fidelidad quizás, y de cariño y estima. Compartimos muchos momentos, seguí sus shows desde Los Ángeles a Nueva York, a Londres. Hice varias campañas para él por ropa, carteles, me presté voluntariamente, me sentí honrado. En mi época americana siempre fui el más elegante. Los de Hollywood nunca quieren sentirse menos que los italianos, pero en Armani no compiten, es un símbolo de elegancia y simplicidad que no tiene rival. Y correspondía a mi forma de ser, no soy uno que vaya con Ferrari en Rodeo Drive. O, al menos, no en el momento ".

Y ahora?

"Si quiero comprar algo, lo hago. Antes de ansiar tomar las cosas demasiado bien, no quería que pensaran que era ostentoso. Siempre viví en la sustracción, compré cosas que no me gustaban, que no eran las que quería, para ser respetuoso con los demás. Solo entonces me di cuenta de que soy lo que soy, con trapos o Ferrari ».

¿La sabiduría de alguien que se acerca a los 50?

Ride. "Tal vez."

Mientras tanto, su hijo mayor, Alessandro, se graduó, y  publicó el video en Instagram.

"Maduró y ahora irá a la universidad en Milán para continuar cultivando su pasión artística".

Recientemente, su ex esposa Chiara Giordano  ha publicado en Instagram una foto en la que los tres están sonriendo en una exposición. Meses atrás todavía estaban juntos y felices por el cumpleaños de Francesco, que tenía 17 años. ¿Se ha roto la paz en la familia?

"Los cuatro estamos muy bien, nunca ha habido una guerra con Chiara, a quien respeto como mujer y como madre". Siempre he dicho eso. No era correcto demonizarnos a Rocío y a mí al comienzo de nuestra historia, pero las cosas se calmaron ».

Su ex suegra Annamaria Bernardini de Pace su Libero dijo: "Por mucho que pueda desarmarlo, Bova es el padre de mis dos nietos, y como su padre lo respeto".

"¿Es algo hermoso que decir? No lo creo. Sin embargo, las cosas son como deberían ir. Si mis hijos me valoran hoy y tenemos una buena relación, es porque respeté la coherencia, lo que prometí guardar. Si hoy puedo imponerles algo es porque, desde el momento cero, dije que serían los niños a la par de los otros dos, o el tercero, cuarto, sexto ... Nunca se convertirán en hijos de la serie B ».

Tuvo una vida como padre de dos hijos, y ahora otra con dos hijas recién nacidas.

«Agradezco a Dios por haber conocido tanto el universo de los niños como el de las niñas, fue una oportunidad maravillosa. Con los hombres, mis proyecciones y mi relación con mi padre fueron muy importantes. Con las hembras el cariño, la dulzura ... me siento completo ».

Habrá mas hijos, ¿se detendrá?

"No lo se. Pero estoy tan feliz que los niños deben ser atendidos, tratados. Ahora, todas las cosas que antes me hacían enfadar más, esas incertidumbres de la vida, se me escapan. Serán casi 50 años, como dices ... ».